Il termine ansia viene usato per indicare un complesso di reazioni cognitive, comportamentali e fisiologiche che si manifestano in seguito alla percezione di uno stimolo ritenuto minaccioso e nei cui confronti non ci riteniamo sufficientemente capaci di reagire. Si tratta di un’emozione di base, che comporta uno stato di attivazione dell’organismo quando una situazione viene percepita soggettivamente come pericolosa.
Secondo il DSM-5 I disturbi d’ansia sono:
L’ansia è spesso associata a sintomi corporei (i più comuni)
In ambito psicoanalitico più che di ansia si parla di angoscia.
L’angoscia si distingue dalla paura (ansia) per il fatto di essere meno specifica o legata ad un oggetto che la genera. Può derivare da un conflitto interiore e non è una paura immediatamente individuabile. E’ un terrore senza nome che deriva dall’immaginazione catastrofica dell’individuo. Si tratta di situazioni in cui l’ambiente sembra essere stato inadeguato a fornire le condizioni necessarie allo sviluppo di un senso identità stabile e allo sviluppo della capacità di contenimento e di elaborazione dell’angoscia.
L’approccio psicoanalitico rappresenta un’opportunità di contenimento e trasformazione di intollerabili angosce, che possono diventare pensabili e quindi dicibili. La stanza d’analisi fornisce un ambiente adeguato e protetto, diventando uno spazio potenziale dove è possibile il cambiamento.
Dr.ssa Martina Earle
Psicologa Psicoterapeuta a Trieste